Quando la trincea per fare una carta d’identità diventa una Competenza Distintiva

In molti abbiamo avuto modo negli ultimi mesi di affrontare l’iter digitale e Umano necessario per rinnovare la propria carta d’identità.

In particolar modo per i Romani tale percorso è risultato nei primi mesi a molti ostico e ostile ma ora direi che si è fatto più agevole.

Tuttavia per potere arrivare al successo dell’operazione sono necessari: passaggi digitali on line, disponibilità di ampio anticipo di agenda, conoscenza e -soprattutto proprietà- di mezzi di pagamento elettronici; questo purtroppo ad oggi ancora non risulta alla portata di tutti i cittadini.

Gli anziani, coloro che non hanno un device o smartphone, le persone a bassa scolarizzazione o che vivono ai bordi (in senso geografico ed economico-sociale) di una metropoli o sono stranieri con ancora poca padronanza della lingua.

Qualche giorno fa -avendo preso regolare appuntamento per il rinnovo della mia carta d’identità in scadenza- mi sono recata presso il XI Municipio del Comune di Roma per effettuare la pratica.

Trovo tre impiegati dietro un vetro basso di cui due si occupano delle Carte d’identità e una dei certificati.

Vengo chiamata puntuale all’orario stabilito e l’impiegato dedicato svolge la mia pratica con precisone e cordialità. Mi fermo ancora un po’ e mi “accorgo” di quanto succede nell’ufficio. Siamo alla periferia della città -il grande serpentone di Corviale- e l'”Utenza” (così si chiama quel via vai umano e colorato che frequenta i pubblici uffici) è di diversissime provenienze: extracomunitari che non capiscono la lingua e sono in cerca di certificati impossibili da fare; una signora anziana che non ha il bancomat; giovani di seconda generazione che ancora non possono fare i documenti per motivi di registrazioni anagrafiche complesse; nonne in vestaglie che accudiscono nipoti che dovrebbero cambiare residenza in fantomatiche case di cui non hanno però documenti, tanto altro.

Sono stata appena un’ora.

Ma quello che mi colpisce in questo colore umano sono proprio i tre impiegati: nel poco tempo che sono stata lì hanno avuto risposte cortesi e CHIARE per tutti! Mai un momento di perdita di pazienza o tensione, mai una parola fuori luogo e tutti riuscivano a seguire le regole delle file ed andare via con una risposta che, se anche non risolveva la loro situazione, gli aveva restituito attenzione e chiarezza.

Questo è ciò che mi aspetto da un pubblico ufficio ma che Qui -in questo specifico municipio di Roma- diventa elemento distintivo; esempio con cui contaminarsi, testimonianza per la crescita professionale. Guarda caso in una delle periferie più note di Roma, dove tutto dovrebbe essere più difficile, questi impiegati hanno trovato il modo per fare del loro ufficio un’isola di serenità e impegno.

Grazie a voi,

da cittadina, da professionista delle Persone, da donna.

 

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Il giorno successivo alla mia laurea in giurisprudenza sapevo già che lavoro avrei “dovuto” fare: lavorare con e per le “Persone”. Lo sentivo forte e chiaro! Le specializzazioni dei master, la prima esperienza nell’area HR di una grande azienda, il lancio nel nuovo mondo dell’interinale…. Un percorso che si è disegnato giorno dopo giorno! La scoperta del valore della Diversità’ per le organizzazioni e dell’entusiasmo nel crescergli accanto; ma soprattutto seguire i percorsi di crescita delle persone che incontro ogni giorno. Tutto questo mi ha formato verso una professionalità aperta, pronta al confronto e costruttrice di reti di interessi. Perché la donna e la professionista che sono oggi e che sarò domani e frutto anche di tutti gli incontri avuti e che avrò: nella mia storia c’è un grazie ad ognuno di loro!

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