L’Inclusione Lavorativa delle Persone con Disabilità non Funziona a Colpi di Rinvio delle Norme
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- Scritto da Palma Marino Aimone
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Un emendamento al DDL milleproroghe 2017 ( 30 dicembre 2016 n.244 ), la cui legge di conversione è stata definitivamente approvata dalla Camera con seduta del 23 Febbraio 2017, ha differito al 1° gennaio 2018 l’obbligo introdotto dal Jobs act (dlgs n. 151/2015) di assumere un lavoratore disabile da parte di datori di datori di lavoro che occupano dai 15 ai 35 dipendenti computabili, già in vigore dal 1° gennaio 2017.
Per effetto delle modifiche apportate dal jobs act alla legge 68/99, dal 1° gennaio 2017 i datori di lavoro ( tra cui ora anche i partiti politici, i sindacati e le organizzazioni no profit), che occupano da 15 a 35 dipendenti computabili devono procedere all’assunzione della persona disabile già con la 15° unità computabile, senza attendere la sedicesima assunzione e con 60 giorni di tempo per mettersi in regola. l’Anpal, con nota prot. 454/2017 ha precisato infatti che l’assunzione, che può essere nominativa o numerica, deve avvenire entro il 1° marzo 2017.
Ora con il milleproroghe salta la scadenza del 1°marzo 2017 e, con il rinvio al 2018 del suddetto obbligo, si ristabilisce fino al 31 dicembre 2017 la situazione precedente, ove si aveva fino ad un anno di tempo per assumere un lavoratore disabile dal momento in cui veniva effettuata una nuova assunzione ( a partire dalla sedicesima).
Come interpretare tale disposizione normativa in chiave di inclusione lavorativa delle persone con disabilità ?
E’ vero che l’obbligo rinviato avrebbe interessato le piccole imprese ossia la maggior parte del tessuto imprenditoriale italiano e che, in considerazione del delicato contingente economico, probabilmente è stato percepito in maniera eccessivamente gravosa vista la perentorietà dell’obbligo con riferimento alla fotografia dell’organico aziendale al 1° gennaio 2017.
E’ vero anche che la disposizione era conosciuta dal 2015, in particolare dall’entrata in vigore del jobs act, e che recentemente l’Anpal era intervenuta a specificare e a ribadire la necessità di rispettare la scadenza del 1° Marzo. Quindi il tempo c’è stato per maturare consapevolezza e per metter in campo le attività necessarie da parte di imprese e istituzioni.
E’ vero ancora che avremmo già dovuto avere le nuove linee guida sul collocamento mirato, indirizzate dallo stesso jobs act, nonché le relative norma di attuazione che invece stiamo ancora attendendo. Ciò avrebbe consentito la facilitazione da parte delle imprese all’ assolvimento dell’ obbligo perché assistite da un contesto istituzionale proattivo.
Anche le piccole imprese devono poter essere messe in grado di ragionare in ottica di Disability Management e avere a disposizione gli strumenti e le conoscenze necessarie a percepire la disabilità come una opportunità e non come un mero obbligo da cercare di eludere ( ad esempio nelle modalità di assunzione che per tipologia o per durata non rientrano nel computo dell’organico utile al collocamento obbligatorio ecc). A tal fine I professionisti HR e le associazioni dedicate come ad esempio SIDIma (Società Italiana Disability Manager) svolgono un ruolo fondamentale per la consulenza e la formazione del management).
Intanto registriamo l’appello inascoltato alla responsabilità dei deputati del presidente della Fish ( federazione italiana per il superamento dell’ handicap) Vincenzo Falabella, di una settimana or sono e della indignazione del presidente di SIDIMa Arch. Rodolfo dalla Mora che invita a riflettere sul valore del lavoro per una persona con disabilità “In Italia vige spesso la regola del rinvio .. per una persona con disabilità, avere un lavoro significa autonomia, libertà e soprattutto l’opportunità di mettere in campo competenze, abilità e professionalità spesso imprigionate nello stereotipo del disabile”.
Pertanto, con la consapevolezza che l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità nei luoghi di lavoro non passa soltanto con normative stringenti né tantomeno con rinvii di provvedimenti ma è frutto di un gioco di squadra di diversi attori (Istituzioni, sindacati, imprese, professionisti HR ecc) e senza voler demonizzare la nuova disposizione di rinvio, è auspicabile che nel 2017 maturi sempre più il senso di questa responsabilità sociale e delle opportunità che può regalare.