mare: spazio contaminato di possibilità, l’innovazione passa anche da qua

Non una figura specifica bensì lo Spazio.
Perché? penso che, nella trasformazione culturale alla quale stiamo assistendo, lo Spazio, inteso e gestito in maniera appropriata, può concorrere a pieno titolo alla creazione del NUOVO. Voglio presentare questa idea attraverso un’iniziativa, che personalmente mi ha incuriosito. Un’iniziativa nata nel maggio del 2016 che porta il nome di mare culturale urbano.
Vi invito a leggere l’intervista a Sergio Galasso, R&S di mare culturale urbano, all’insegna del valore intrinseco dell’incontro come luogo dove la contaminazione, la sperimentazione e il confronto di più punti di vista possono portare a quell’innovazione intesa come novità assoluta o come veste nuova di qualcosa di già esistente.
D’altronde il valore dell’incontro è intrinseco nell’idea di scrivere un articolo sullo spazio di Via G. Gabetti, 15. La curiosità per mare viene stimolata da un articolo http://www.spremutedigitali.com/coworking-mare-culturale-urbano/ che mi ha permesso di arrivare a Sergio Galasso.
Lascio la parola a Sergio per farvi conoscere meglio mare culturale urbano.
Buona lettura:

Qual è la spinta che ha portato alla nascita di mare culturale urbano?
Il progetto nasce intorno all’esigenza, urgenza, di ridare al processo creativo e alla cultura in senso ampio il proprio ruolo centrale di promotore della crescita sociale e dello sviluppo individuale. In questa prospettiva è stato immaginato uno spazio, fisico e di pensiero, in cui poter unire residenze artistiche, produzione culturale, progetti territoriali e riqualificazione di aree dismesse delle periferie urbane.

Qual è la Mission di mare culturale urbano?
Il progetto prevede un rilancio culturale, sociale e urbanistico di zona 7 a Milano. Mare promuove un’idea di città multicentrica in cui cruciale è lo sviluppo territoriale delle periferie, stimolato attraverso un approccio che integra pratiche di rigenerazione urbana, inclusione sociale e innovazione culturale.

In tre parole quali sono gli elementi che caratterizzano il progetto?
Rigenerazione, innovazione, inclusione. Oppure, territorio, cultura e socialità.

Come viene concepito il lavoro all’interno di mare culturale urbano?
La dimensione lavorativa e professionale è da sempre al centro del progetto di mare e del suo sviluppo. Non c’è innovazione senza occupazione: questo è l’approccio che caratterizza il percorso imprenditoriale di chi ha deciso di scommettere in questo progetto. All’impegno e al rischio d’impresa che i due soci fondatori, Andrea Capaldi e Paolo Aniello hanno deciso di sostenere – affiancati dalla passione e dalla dedizione di tutto il gruppo di lavoro –  si è sempre combinata una chiara politica sugli stipendi, le tutele contrattuali e la volontà di non accettare il volontariato come forma di supporto alle risorse impiegate nelle diverse aree di lavoro. Realizzare un grande sogno richiede grandi sacrifici e una forte disponibilità a mettersi in gioco, e chi prende parte al progetto vive questa dimensione a pieno, nella consapevolezza che la fase di avvio di un progetto richieda un grande investimento, in termini economici e di tempo.
Anche per questo mare culturale urbano è:
– un’officina
– uno spazio di sperimentazione
– un luogo in cui è possibile osservare da vicino le possibilità di trasformazione delle dinamiche del terzo settore (e dell’imprenditoria culturale / sociale nello specifico). Dal processo creativo al controllo di gestione, dall’orizzontalità di alcuni processi decisionali alla governance aziendale, dai grandi obiettivi economici all’impegno sociale: mare dimostra quanto il low profit e l’imprenditoria sociale possano diventare il modello aziendale del futuro. Dal punto di vista delle competenze invece è significativo sottolineare che nello staff, attualmente composto da 24 dipendenti, le competenze spaziano dall’urbanistica alla comunicazione, alla progettazione sociale, ai nuovi media fino al food and beverage: la complessità del progetto richiede infatti la commistione e la complementarietà di figure professionali con background diversi, in costante dialogo per costruire un modello virtuoso di sostenibilità economica.

Che valore aggiunto può dare al mercato del lavoro in generale e alle aziende?
mare è un luogo di sperimentazione a 360°, sia per gli artisti in residenza, che per il p
ubblico (abitanti del quartiere, ma non solo) e per professionisti o aziende che desiderano contribuire alla nascita di un modello innovativo. A mare culturale urbano chiunque può proporre un progetto, sperimentando così forme di collaborazione a più livelli (parliamo spesso di 4P: public, private, people, partnerships) e contribuendo allo sviluppo territoriale dei luoghi in cui abita, lavora, investe o che amministra.

In termini di nuove professionalità: l’incontro che viene a generarsi può essere promotore della nascita del nuovo anche a livello di professionalità?
Uno dei motivi per cui all’interno del nostro primo spazio in via G. Gabetti 15 abbiamo fortemente voluto uno spazio di coworking, è proprio per sperimentare la forza che un mosaico di professionalità riunite in un luogo può sprigionare. Come ulteriore sperimentazione si può aggiungere la combinazione fra le professionalità dello staff di mare e un contesto aperto alle contaminazioni. Le 40 postazioni del nostro coworking sono dedicate alla filiera culturale e a progetti d’impatto territoriale, che rappresentano il modo migliore per ridare allo spazio che abbiamo in gestione, una antica cascina comunale, la propria vocazione lavorativa e al contempo sperimentare una forma di think tank culturale. Chi sceglie di lavorare a mare può lasciarsi ispirare dal vicino di scrivania, dagli artisti che frequentano la programmazione dello spazio, dai pubblici e dal territorio circostante. Professionalità molto diverse e apparentemente lontane per vocazione e obiettivi possono generare scambi di competenze, metodologie di lavoro e gestione delle complessità. Insomma l’innovazione passa anche attraverso una scrivania in condivisione!

è già nato qualcosa di innovativo in termini di professionalità all’interno di mare culturale urbano?
Lo spazio è aperto da maggio 2016 e da settembre tutte le funzioni, tra cui il coworking, sono attive. È presto per trarre bilanci dunque, ma l’atmosfera e i momenti di confronto lasciano ben sperare. Oltre ad aver attivato diversi sportelli professionali per permettere ai coworker di aver un confronto gratuito con esperti fiscali, legali, manageriali e digital, stiamo ricevendo proposte dagli stessi frequentatori dello spazio, che vanno dalla co-creazione di oggetti, alla promozione di serate ed eventi, alla nascita a mare di un antenna “green” per le professionalità interessate al mondo della sostenibilità ambientale. Il 2017 sarà un anno di crescita, sia in termini numerici che qualitativi, e desideriamo raggiungere entro l’anno un buon posizionamento nel competitivo mercato milanese. Per arrivare ad essere riconosciuti come un think tank culturale oltre che un hub di comunità, in cui sviluppare e scambiarsi passioni competenze.

Per saperne di più: http://maremilano.org/

(immagine di copertina ph Luca Chiauano – mare culturale urbano via g.gabetti,15)

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“Non smettere mai d'imparare e fa’ in modo di accrescere sempre ciò che sai: raramente la saggezza è frutto solo della vecchiaia.”  
Cicerone  

Marianna Antenucci, 32 anni, da qualche anno nell’ambito delle risorse umane prima come selezionatrice successivamente ho modo di affiancare alla selezione, la gestione e l’amministrazione del personale. Arrivo al mondo HR dopo un percorso in ambito umanistico e seguito di un corso di alta formazione per operatori nei servizi per l’orientamento e per l’impiego. Amo il dialogo e il confronto cercando di trovare, quotidianamente, attraverso il mio lavoro nuovi spazi di conoscenza e apertura.

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