Counselling drammaturgico applicato alla selezione del personale
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- Scritto da Cristina Tangorra
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Ospiterò oggi una professionista ed amica con cui ho avuto la fortuna di lavorare. Laura Todisco si occupa ormai da anni di ricerca e selezione del personale ad alti livelli ed ha un master in counselling drammaturgico su base analitico transazionale, vediamo attraverso le sue parole come questa tecnica si può applicare alla selezione del personale.
“L’ambito della selezione del personale è sempre più spesso affidato a partner esterni alle organizzazioni aziendali, quali società di recruiting specializzate, la cui attività consiste nell’affiancare le imprese clienti nella scelta di figure professionali chiamate a svolgere un ruolo strategico all’interno dell’azienda.
L’attività del selezionatore consiste nell’analisi e nella valutazione delle richieste e delle esigenze sia del cliente azienda sia del cliente candidato. Così come il counselling, si tratta di un lavoro di relazione, basato sostanzialmente sulle parole, sulla condivisione degli obiettivi e sulla ricerca, per il candidato, di cambiamenti migliorativi.
Gli attori coinvolti nella commessa di selezione sono tre: azienda committente, società fornitrice e candidato.
L’obiettivo del selezionatore è chiudere la commessa di selezione individuando il candidato più adatto.
L’obiettivo del candidato è quello di migliorare la propria situazione lavorativa sia in termini contrattuali che progettuali.
L’obiettivo dell’azienda cliente è quello di ricoprire il ruolo vacante con la figura più adatta.
Essendo l’obiettivo del selezionatore e quello dell’azienda sostanzialmente sovrapponibili, diventa cruciale lavorare sulla dinamica selezionatore-candidato.
Tale rapporto, storicamente considerato impari, risulta spesso caratterizzato da strategie individuali, presunte o reali, da pregiudizi sulle motivazioni altrui e da una scarsa collaborazione.
Il selezionatore, per raggiungere il suo obiettivo, deve imparare a riconoscere non solo le caratteristiche tecniche e di personalità del candidato, ma anche e soprattutto la sua motivazione al cambiamento e le sue aspettative professionali.
Il Metodo Drammaturgico permette di superare queste problematiche. Attraverso l’espediente della narrazione e con il passaggio al sistema relazionale terzo, questo metodo permette di instaurare un rapporto più collaborativo e paritetico e, di conseguenza, più funzionale al raggiungimento dell’obiettivo di tutte le parti coinvolte nel processo di selezione, arrivando ad una situazione win-win.
In particolare, esso si rivela strategico nella fase dell’intervista in cui si analizzano con il candidato le sue aspettative professionali in termini di ruolo ricercato, tipologia di azienda, trattamento economico auspicato e passaggi necessari per raggiungere questi desiderata.
Accompagnando il candidato nella definizione dell’obiettivo professionale di medio-lungo termine e con la costruzione di un personaggio che, attraverso determinati passaggi, possa verosimilmente raggiungere quella determinata meta, il selezionatore può raccogliere gli elementi necessari a comprendere se l’opportunità oggetto dell’intervista sia in linea o meno con le aspettative del candidato.
Se la definizione del contratto nel colloquio di counselling risponde essenzialmente alla domanda: “cosa è venuto a fare il cliente da noi”, nel colloquio di selezione il contratto risponde alla domanda: “perché il candidato ha risposto al nostro annuncio-partecipa all’intervista”.
Il Metodo Drammaturgico, da questa prospettiva, diventa uno strumento utile ed efficacie nella selezione del personale.
La definizione di prologo (situazione professionale attuale) e di epilogo (situazione lavorativa futura auspicata) e la successiva stesura a quattro mani di una sceneggiatura che possa verosimilmente portare il protagonista (alter ego narrativo del candidato) dal prologo all’epilogo, aiuta il counsellor/recruiter e il cliente/candidato a sondare gli scenari possibili e a valutare di conseguenza la proposta di lavoro in termini funzionali a tale racconto.
La narrazione permette di lavorare sul protagonista della storia e non sul candidato, uscendo quindi dalla sua sfera soggettiva e passando a un livello oggettivo e verificabile che permette di portare più facilmente in evidenza eventuali incongruenze con l’obiettivo del colloquio.
L’utilizzo del Metodo Drammaturgico può aiutare a creare un rapporto di collaborazione con il candidato più funzionale al raggiungimento dell’obiettivo di tutte le parti coinvolte nel processo. È quindi da considerare un valido strumento a disposizione del selezionatore, che incrocerà le informazioni derivanti dall’utilizzo di tale approccio con quelle derivanti da altre tecniche più tipiche della professione.