Un’Agile riflessione – SmartWorking
- Pubblicato in Gestione risorse umane, Strumenti per il mio lavoro
- Scritto da Corrado Cingolani
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Il binomio controllo della prestazione/presenza lascia il posto al nuovo paradigma misurazione obiettivi.
Dinamicità, immediatezza, efficienza e benessere; queste sono le sensazioni che ho percepito durante una intenso ed interessante workshop dedicato allo SmartWorking, ospitato in un ambiente che certamente può essere definito uno SmartOffice dove, in effetti, si sente il cambiamento che sta invadendo il mondo del lavoro, modificando il concetto stesso della “prestazione lavorativa”.
La modalità di lavoro Agile, deve essere intesa come una nuova visione del lavoro subordinato, un sistema che trae la sua efficacia nella cultura del lavoro stessa.
In una realtà sociale, dove nulla è più come prima e dove la discontinuità ha operato una cesura tra la recente visione del mondo del lavoro e l’attuale, è necessario innovare anche il concetto di prestazione o meglio il concetto di una diversa modalità di effettuazione della prestazione.
Necessario pertanto superare i rigidi criteri del controllo che, vista l’evoluzione del bagaglio professionale che sarà sempre meno mono-competenza e sempre più con competenze trasversali, risultano essere oramai desueti a confronto dei più attuali sistemi di verifica del risultato.
Mi spingo pertanto a vedere questo approccio insito nella MISSION dell’organizzazione che punta a raggiungere l’obiettivo di migliorare la propria efficienza contemperandola con le necessità di bilanciamento vita e lavoro dei dipendenti tutti.
Una agilità di modulazione del rapporto di lavoro che trae, appunto, origine dalla strategia dell’organizzazione ed è immune da eventuali cambi di tattica, messa in atto al variare della componente dirigenziale.
SmartWorking, quindi non legato al tipo di mansione, ma disponibile per tutte le mansioni con articolazione del lavoro coerente alle attività da svolgere e che pertanto può avere impatto, seppur con differenze, sull’intera popolazione aziendale.
La CULTURA, intesa come area di azione per un approccio SMART, come terreno fertile su cui sviluppare concetti innovativi di lavoro e alla quale si aggiungono altre aree di intervento, quali:
l’ORGANIZZAZIONE, che re-ingegnerizza la struttura ed i processi nell’ottica di una pianificazione operativa della strategia,
l’Area ECONOMICA, capace di misurare l’impatto di tale investimento in termini di pianificazione strategica, business case, identificazione di indicatori economici e loro monitoraggio,
l’Area NORMATIVA che, in assenza di legislazione nazionale, può analizzare quanto già sviluppato nei paesi UE e soprattutto quanto le Relazioni Industriali possano sopperire a questa carenza normativa, con l’obiettivo di definire delle best practices nella stesura di regolamentazioni aziendali.
A proposito di normativa nazionale, mi riallaccio a quanto riportato nell’articolo del Corriere della Sera, riguardo il lavoro del Governo su un provvedimento, che andrebbe a normare proprio lo smartworking e che già il prossimo mese di novembre dovrebbe approdare in Parlamento, per poi concludere l’iter legislativo entro i primi mesi del 2016.
Come sottolinea l’articolo stesso, l’assenza di una normativa non ha bloccato le organizzazioni più attente a comprendere l’opportunità di questa innovativa modalità di lavoro, tanto che (aggiungo io) interessantissime riflessioni sono già da tempo oggetto dell’Osservatorio SmartWorking, istituito presso la School of Management del Politecnico di Milano.
Sono partito proprio dai dati raccolti in una interessante indagine dell’Osservatorio e dalle esperienze sviluppate da importanti aziende, per cercare di definire cosa concretamente si intende per smartworking, svincolando il concetto, dalla moda del momento.
Il risultato è una breve rappresentazione dei presupposti e dell’applicazione dello smartworking, analisi che vorrei condividere e sviluppare con il contributo di amici e colleghi, puntando alla creazione di una base di partenza, utile per chi voglia realizzare un sistema che veda il lavoro, sempre meno come prestazione all’interno del perimetro fisico dell’azienda e sempre più integrato con il vivere quotidiano, con l’ardito fine di conciliare vita e lavoro, il cd WorkLifeBalance.
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