Ma,…il dialogo sociale?
- Pubblicato in Gestione risorse umane, Strumenti per il mio lavoro
- Scritto da Corrado Cingolani
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“Servono nuove regole per contratti e rappresentanza”, è il titolo di un articolo domenicale de Il Sole 24 ore (il 7 giugno u.s., a firma di Fabrizio Forquet), per l’intervista all’attuale Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenzi.
Non era il solo argomento trattato, ma dalle quattro domande sul tema ne è nato il titolo e tra temi come la scuola, banda larga, l’accento è andato sui rapporti nel mondo del lavoro.
Riflessioni condivisibili come l’auspicarsi di una doppia sfida, l’azienda che si deve fare impresa fino in fondo e il sindacato che dovrebbe rivedere alcune posizioni interne nel mondo del lavoro; così come quando rispondendo alla successiva domanda, il Sottosegretario sottolinea la positività del TU del 2014 sulle rappresentanze, del quale però si deve completare il processo di applicazione; o come interessante è il quadro rappresentato in cui il contratto nazionale è base comune del settore, sul quale poi costruire i contratti territoriali/aziendali che portino al binomio contrattazione-produttività.
Ma, c’è un ma; “Ma ci sarà un intervento normativo del Governo”, è la domanda “….. ovviamente se le parti non raggiungono l’intesa, potrà essere necessario un intervento normativo più ampio che completi la definizione delle regole”, è la risposta.
Perché non trovo un elemento sinergico tra il lavoro delle parti sociali e una “triangolazione” con il Governo per il raggiungimento di una sintesi comune che non preveda la soluzione normativa solo a valle di un NON accordo, ma piuttosto un’azione delle istituzioni durante il confronto?
La mia riflessione mi porta di nuovo a pensare che non solo non si parla di concertazione sociale ma nemmeno di dialogo sociale che, seppur molto diverso dalla concertazione sviluppatasi negli anni ’70 nel periodo dell’allora crisi, prevedeva comunque nell’Italia nei primi anni 2000, una procedura di consultazione delle parti sociali, articolata e preventiva da esaurire “in termini ragionevolmente brevi”, finalizzata alla valutazione di opportunità e del merito dell’intervento legislativo o regolamentazione che Governo/Regione fossero in procinto di realizzare su temi di politiche sociali – occupazione e che non comportassero impegni di spesa pubblica; – un eventuale e successivo accordo tra le parti “ da realizzare entro un termine ben determinato”; – successivamente all’intesa, “traduzione legislativa” della stessa da parte del Governo/Regione, ovvero in caso contrario, ripresa dell’iniziativa legislativa.
In una fase così critica dove non solo l’economia ha vacillato ma dove a volte anche i valori sociali e civili sembrano latitanti, un momento di dialogo tra i rappresentanti degli interessi collettivi e l’istituzione che governa l’interesse comune, nel rispetto dei reciproci ruoli, potrebbe raggiungere il risultato finale con il valore aggiunto della condivisione.