La diversità come valore aggiunto
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- Scritto da Rita De Santis
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“Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca o colore dei vestiti, chi non rischia, chi non parla a chi non conosce. Lentamente muore chi evita una passione, chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni …” Pablo Neruda.
Così come per Neruda l’uomo lentamente muore ripetendo gli stessi gesti e vivendo le stesse emozioni, allo stesso modo le nostre organizzazioni lentamente “muoiono” basandosi sulla conformazione allo standard, all’omogeneità delle competenze, delle capacità e delle caratteristiche perdendo la capacità di differenziazione, di innovazione, di visione del nuovo e del diverso che possono essere delle opportunità di crescita e di sviluppo invece che delle “anormalità”.
La diversità culturale, sociale, religiosa, fisica nell’ambito di una organizzazione porta con sé la rottura degli schemi preconfezionati (considerati come “normali”) intrinseca e fondamentale al fine di raggiungere l’integrazione e il confronto tra gli individui per sviluppare potenza e non differenza.
Partendo da queste considerazioni la nuova frontiera della gestione delle organizzazioni e’ quella dell’Inclusion Management in cui l’obbiettivo dell’inclusione mira a sfruttare le differenze tra gli individui in senso positivo migliorando non solo il clima aziendale, stimolando il team-working, ma anche creando le condizioni per un business più produttivo e quindi più redditizio.